Come scegliere una cornice nella valle del Parma

Scegliere la cornice giusta nella valle del Parma può fare la differenza. Può salvare memoria e tradizioni, come quella preziosa e giunta fino a noi dalle famiglie dell’Appennino (zona Est, Felino , Calestano , Traversetolo , Tizzano Val Parma , Langhirano , Neviano degli Arduini , San Polo d’Enza , etc… ). La tradizione rurale costella le vecchie case di pietra di immagini ricorrenti: panorami montuosi, immagini sacre, quelle del Papa buono, le fotografie seppiate dei nonni. Si può decidere di buttare tutto. Oppure si può salvare tutto senza compromettere, ma anzi esaltando, il senso più profondo di queste abitazioni antiche.

I materiali giusti della cornice

La cornice giusta è solo questione di gusto personale? Tutti noi ci siamo interrogati su quale sia la cornice più giusta rispetto all’ambiente e o al soggetto e dove sia meglio collocarla. La risposta è “dipende”. La cornice più giusta è quella che ha un legame intimo e profondo con l’immagine.  L’ideale è chiamare a sceglierla l’autore. Idealmente dobbiamo chiamare in causa  l’artista che ha dipinto il quadro o il fotografo autore dello scatto. Ecco cosa intendiamo.

La cornice giusta deve rendere verosimile l’idea che possa essere stato lo stesso autore dell’immagine ad averla creata. 

Pensiamo alle raffigurazioni del nostro Appennino Parmense. Pensiamo a una cornice in legno scuro, magari sbozzato come i rami spezzati del sottobosco. Una cornice così ci lascia immaginare che l’artista  stesso abbia raccolto quel ramo. Con questo criterio potrebbe risultare ugualmente giusta una cornice composta di piccole pigne o una fatta di cuoio. 

Come scegliere la cornice in questo caso, tra legno, pigne e cuoio? La cornice più giusta sarà dettata dallo stile del soggetto. Una cornice improbabile quella composta di piccole pigne, eppure, essa potrebbe valorizzare i tratti morbidi e tenui di un acquerello montano montato con un ampio passe partout di alleggerimento. Al contrario il cuoio da sella potrebbe esaltare il panorama montano di una stampa antica ricolorata con tinte decise. La cornice di legno scuro e sbozzato come un ramo sarebbe perfetta per una montagna in tempesta ritratta a olio con effetto drammatico. Anche l’ambiente dove va inserito il quadro avrà un ruolo nel farci scegliere la cornice.  

L’ambiente giusto

Tuttavia l’ambiente è solo un fattore secondario. Si troverà infatti sempre un ambiente relativamente più adatto di altri per collocare il soggetto. Torniamo al caso della difficilissima cornice di pigne con acquerello. Essa potrà trovare la sua collocazione in un luogo intimo, là dove vi aspettereste di ricevere la visita di uno gnomo: sopra la bergère del lavoro a maglia, nella stanza dove vi dedicate alla cura della persona, accanto al tavolino dove amate consumare il primo caffé del mattino, in perfetta solitudine.

Parliamo ora del genere di immagini più frequentemente appese nelle nostre abitazioni.

Il ritratto dei nonni

Non c’è casa della tradizione parmense che, dalla pianura risalendo fino alla montagna lungo il fiume, non abbia appeso il dagherrotipo degli antenati. Stiamo parlando di quelle foto dei nonni dall’alone sfumato. Quelle fotografie dove, abbottonato e severo, un signore col cappello affianca una signora dai capelli tesi e con il viso asciugato dagli anni. Tali ritratti si accumulano di generazione in generazione, confinati su pareti di locali spesso mutati di destinazione d’uso. Valorizzare questa memoria e questa tradizione è facile scegliendo le cornici giuste e perpetuandola con le foto d’oggi.

Anche per queste fotografie si può scegliere la cornice perfetta. Immaginiamo all’opera il fotografo girovago che impugnando il flash a mangnesio immortalava i nonni. Era lui direttamente a fornire cornici austere, ma non prive di un tentativo di lusso, perché dopotutto farsi fotografare era faccenda seria. 

Possiamo decidere di mantenere questa originale aspirazione celebrativa. Potremo dunque scegliere cornici nere dall’intaglio neoclassico impreziosite da dettagli in lustro oro o argento. 

cornici per tutti in provincia Parma Est
Cornici oro e nero

Oppure possiamo andare con la mente a quelle famiglie tanto grandi, alle loro abitudini, alle loro frugalità o, per converso, al loro relativo benessere. Allora penseremo agli oggetti e ai materiali della loro vita chiedendoci quale d’essi potrebbe oggi essere impiegato per far loro da cornice. 

Ecco che ci sovviene il corno dove il nonno teneva a inumidire la preda (pietra per affilare la falce) e o il peltro del boccale. O ancora l’orlo d’un merletto, o il bamboo segmentato della poltrona preferita da giardino. Ecco, così ispirandoci ogni avo potrà avere una cornice appropriata, come se il fotografo avesse raccolto qualcosa nella casa dei nonni per fabbricare il quadro.  

E veniamo alle fogge e agli intagli. L’Emilia ha una storia precisa in fatto di cornici. Appartengono alla tradizione emiliana le cornici a cassetta con intermezzo dorato e inciso in festoni, dette “Albana”. Esse erano in gran voga  fino a metà del seicento. Poi, con l’affermarsi dello stile barocco, l’apparato decorativo cominciò a differenziarsi e arricchirsi con l’aggiunta di  motivi vegetali: rosette, foglie di cavolo, campanule con l’uso di nastri, fuserole e il ventaglio aperto. L’ispirazione la diede Bernini in un soggiorno a Modena e le cornici barocche beneficiarono della presenza nel ducato di Parma di intagliatori come Giovanni Setti e Lorenzo Aili.

Le fogge e gli intagli

Si dunque si possiede un dipinto antico e di valore si può fare riferimento a questi due tipi di cornici legate al territorio. Per soggetti ottocenteschi o novecenteschi l’eclettismo di questi periodi ci consente scelte dettate dal gusto e dai criteri che veniamo a illustrare.

Le cornici possono delineare “uno spazio finestra” e far entrare nella stanza mondi e luci dell’altrove. Oppure possono essere “una cornice portale” che ci invita uscire dalla stanza ed entrare in mondi nuovi. 

La cornice-finestra ha il compito di separare la parete dallo spazio del dipinto e innalzare l’immagine facendola assurgere ad apparizione, epifania. Possono essere ascritte a questo novero le cornici a edicola e quelle ad aureola del barocco. Torniamo all’esempio dell’acquarello di montagna incorniciato in una composizione di pigne; avevamo detto: piazziamolo là dove potremmo ricevere la visita di uno gnomo se mai dovesse accadere. 

Ecco quella è una cornice-finestra, la cornice da visitazione accende un riflettore sull’immagine, focalizza lo sguardo, magnifica il prodigio. Fa entrare qualcosa verso di noi. Le cornici barocche sono quelle che più hanno questo potere di stupire. 

Diverso è il caso delle cornici-portale, esse presentano nel loro spessore le serrature e i segni magici. Recheranno impresso il codice ideale del dipinto e, grazie a esso, ci condurranno in un mondo altro, quello dell’artista. Sono tali i tondi rinascimentali e le cornici simboliche del Diciannovesimo secolo. 

Torniamo all’esempio delle fotografie ataviche tanto diffuse nelle case del parmense. Se dovessimo concepire per esse una cornice-finestra, dovremmo creare attorno all’immagine degli avi quel territorio di rispetto e attenzione che un tempo si riservava agli anziani. Posizionarli nella parete d’onore della stanza, adottare una struttura a edicola con un bel cartiglio alla base della cornice con i nomi. Queste cornici (vedi sotto) intagliate a zigzag e dorate riflettono la luce dando piena importanza al soggetto. Alle luci della sera i nostri anziani prenderanno vita e parte ai riti della cena.

cornici per tutti in provincia Parma Est
Cornici a cassetta e intagliate

È possibile invece che noi si voglia tornare ai bei tempi della nostra infanzia, quando i nostri vecchi erano vivi e trotterellavano per casa dispensando coriandoli di sapienza contadina. In quel caso, dovremmo riportare sulla cornice quel corredo ideale che era il loro tessuto di vita: la priorità del cibo su tutto, il ritmo della stagioni e quello delle preghiere. 

Facevamo l’eventualità di una cornice in materia simile a corno, o merlettata o in bamboo come la vecchia sedia da giardino. Potremmo istoriare questi materiali con repertorio allegorico ispirato ai festoni di Luca della Robbia. Ve ne sono di stile rinascimentale, esattamente costituite di frutti e foglie. Che si evochino frutti con l’intaglio o con decoupage o con decori, avremo comunque realizzato il nostro portale. In commercio ci sono listelli adattissimi come questa in legno decapato verde con festone di foglie d’alloro.

O questa, a piccolo merletto dorato con teoria di foglie. 

cornici per tutti in provincia Parma Est
Cornici gialle e cornici verdi

Parlando di cornici non possiamo certo non affrontare il tema della miglior cornice da scegliere per gli specchi

Nel Cinquecento… ( si veda Il Libro di Vetro)

Le lastre soffiate con la tecnica a cilindro, e spianate, vennero argentate. Restituivano il mistero della luce e della consapevolezza di sé. L’argentatura miracolosa era costituta da stagno e mercurio e il prodigio incastonato in cornici monumentali. Soffiate, ritorte, decorate con filamenti a sbalzo, modellate a pinza e con merlettature a punta di diamante erano sbalorditive. Univano la magia di poter guardare se stessi e insieme nobilitavano le forme nella quintessenza della luce…

(da Monica Montanari, Il libro di vetro. Cavare la musica dal mare. Storia breve di vetrai silenziosi, di onde che gonfiano a tombolo e poi si distendono, si vetrificano e infine tintinnano, Parma, Òphiere, 2020. Volume edito con la sponsorizzazione de Il Ponte, vetraio sul Parma.)

Lo specchio infatti si presta a lavorazioni specifiche su vetro come incisioni a punta di diamante, incisioni a mola e bisello. Lo specchio poteva essere incorniciato, con luce su luce come avveniva con le prodigiose volute in vetro di murano. Ma oggi, a minor costo, con cornici-finestra o cornici-portale. Occorre solo stabilire se si vuole magnificare il prodigio del riflesso. Oppure decidere se si preferisce accedere, tramite lo specchio, a una meditata lettura di ciò che vi si vede. 

Lo sfolgorio di luci laminate e metalliche di stile antico o moderno si prestano al primo scopo.

Oppure vorrete creare uno specchio delle vostre brame, capace di condurvi a segrete verità su chi vi si riflette . In tal caso dovrete pensare bene a chi dovrà specchiarvisi e quale sia il suo apparato ideale. Facciamo l’esempio di una specchiera posta al servizio di una fanciulla leggiadra. La tenuità di un lilla e la caducità delle timide viole del nostro bellissimo Appennino parmense le saranno di ammonimento sulla fugacità della bellezza giovanile. 

Le opzioni possibili sono moltissime. È più agevole poter compiere la scelta in magazzini dove i listelli sono già presenti. Spesso è difficile giudicare l’effetto finito di una cornice. Basarsi sui pochi centimetri di listello visibili su un campionario non è il modo migliore di farlo.

C’è una soluzione, qualsiasi sia il vostro stile, lo stile dei vostri dipinti o delle fotografie, o la collocazione prescelta per un’immagine e o uno specchio. Una scelta ricca di opzioni e la professionalità di un artigiano esperto vi garantirà la massima riuscita del risultato. 

Un ultima raccomandazione: attenzione al vetro con cui coprirete l’immagine. Vi sono vetri conservativi anti UV per proteggere i colori e vetri antiriflesso per poter apprezzare l’immagine anche sotto l’effetto di luce battente. 

Una straultima raccomandazione: per papa Giovanni, non scegliete cornici d’oro o troppo sontuose. Sceglietene una blu con appena un po’ d’oro. Come una notte con qualche stella, per ricordarci di fare, la sera, una carezza ai nostri bambini.

Monica Montanari

cornici per tutti in provincia Parma Est
Cornici azzurre e cornici blu